Villaggio posto sulle rive del fiume Merse. La somiglianza del toponimo Brenna con il nome Brenno, appartenuto al condottiero dei Galli che nel 390 a.C. saccheggiarono Roma, ha fatto favoleggiare di un’origine celtica del villaggio; più fondata è però l’ipotesi che il toponimo derivi dall’antroponimo etrusco Prenthurei. Col nome di Brenta il villaggio è per la prima volta menzionato nel 969, in un diploma dell’imperatore Ottone I, che in quel momento vi stava soggiornando; il diploma, infatti, così si conclude: «fatto in Toscana nel villaggio di Brenta sul fiume Merse, presso la città chiamata Siena». Una bolla papale del 1194 attesta che la chiesa del villaggio, intitolata a S. Michele Arcangelo, apparteneva all’abbazia di S. Lorenzo al Lanzo, controllata dalla potente famiglia degli Ardengheschi. Nei primi anni del secolo XIII, quando il Comune di Siena riuscì a imporsi definitivamente sugli Ardengheschi, Brenna entrò a far parte del territorio senese. Negli decenni successivi la sua importanza è legata ai mulini che vi furono costruiti dal Comune di Siena e dalla vicina abbazia di Torri.