Il toponimo non deriva, come si è talvolta immaginato, da feste pagane in onore del dio Bacco, ma ha l’etimo in hordeum, cioè orzo. Nel 730 vi si trovavano abitazioni e terreni donati da Warnefred, gastaldo longobardo di Siena, al monastero di S. Eugenio. In un contratto del 1073 viene per la prima volta menzionato il castello di Orgia, una delle principali roccaforti dei conti Ardengheschi, che per lungo tempo cercarono di ostacolare l’espansione dello stato senese. Il castello fu espugnato e incendiato dai senesi una prima volta nel 1156 e una seconda volta nel 1226, quando gli Ardengheschi erano già stati sconfitti ed esso era occupato da un vicario imperiale. Il borgo accanto al castello divenne uno dei piccoli comuni in cui era diviso il territorio senese e il castello perse progressivamente di importanza, per essere infine demolito, probabilmente alla fine del secolo successivo. Il paese è oggi caratterizzato da nuclei sparsi di case che mostrano segni delle loro origini medievali. Sulla destra, alla base della vetta occupata dall’antico castello, si trova la chiesa di S. Bartolomeo, succeduta alle più antiche chiese di S. Paolo e della S. Trinità, delle quali non resta traccia. Essa mostra segni di rifacimenti dei secoli XIV e XV, ma conserva parti dell’edificio originario, probabilmente risalente agli inizi del XIII secolo, come sembra indicare l’incisione su una delle mensole di un portale laterale, che reca la data MCCXXV. Salendo verso la vetta si può notare, sul lato destro della stradicciola, il resto di un antico muraglione, costruito con pietre di grandi dimensioni, per il quale si può ipotizzare un’origine etrusca. Sulla vetta, in posizione di eccezionale bellezza panoramica, resta a testimonianza dell’antico castello soltanto una torre mozza in pietra. Ormai in abbandono è la fattoria che vi fu costruita nel secolo XVII o XVIII, con una cappella provvista di un bell’altare settecentesco a stucco.